venerdì 26 aprile 2013



Ahimè i cinghiali sono tornati!......

Il loro “sentiero” però non è proprio naturale ma è stato indotto fino qui, in alta montagna e in numero così consistente, dall’uomo e nella fattispecie dai cacciatori.
Per scopi venatori infatti all’inizio degli anni ’90, sono stati introdotti alcuni capi provenienti per altro da Paesi dell’Est non ben identificati, maggiormente colpiti dall’incidente di Chernobyl.
Ora tutti i pascoli alpini della Valsesia vengono devastati con regolarità da numerosi cinghiali che i furbi caccitori non sono in grado di tenere sotto controllo numericamente!
Mentre cerco faticosamente di sistemare le zolle rivoltate dagli invasori a quattro zampe, borbotto contro l’assurdità, l’ennesima, degli interventi umani sull’equilibrio della natura.






















Il tanto gettonato e ridicolo termine “sostenibile”, e ancora peggio quello “ecosostenibile”, ha 
poco a che vedere con il rispetto e una buona gestione dell’ambiente.
Il vero senso della decrescita non è fare passi indietro ma è quello di andare oltre, aver compreso e modificare l’impostazione della nostra vita. Ma siamo ancora ben lontani dall’averlo capito, soprattutto in Italia!!!!!

“Il progresso può uccidere. Portare ai popoli indigeni lo “sviluppo” e il “progresso” non contribuisce a renderli più felici né più sani, al contrario provoca conseguenze devastanti. Rispettare i loro diritti territoriali è di gran lunga il modo per assicurare il loro benessere!” Survival International www.survival.it







È fondamentale il rispetto dello spazio che si ha intorno e soprattutto evitiamo la presunzione di essere migliori e di “esportare il nostro progresso.


Foto di bambini nella valle dell'Omo in Etiopia (Survival International)



Sul pianeta tutti parlano e cercano di innalzare lo standard dei poveri ma non si fa nulla per diminuire il consumismo dei ricchi!

Antonio Machado il poeta spagnolo vissuto a cavallo tra il  XIX e il XX secolo racconta a proposito di sentieri: …”il sentiero nasce dai passi che facciamo”……..

Intelligenza è adattarsi alle circostanze che cambiano ed è proprio arrivato il momento di consumare e sprecare meno.

sabato 20 aprile 2013



E’ scoppiata la primavera, anzi quasi l’estate........

...........anche qui dove c’era la neve fino a settimana scorsa e la lista dei lavori urgentissimi è infinita!

* potare rose, caprifoglio, ribes, mirtilli, per i lamponi aspetto qualche giorno....
* sistemare i prati dai danni dei cinghiali fatti a dicembre
* spargere letame
* strappare il veratro (Veratrum album)
* accatastare noccioli e frassini tagliati durante l’inverno
* fare nuovi recinti per orti nuovi
* preparare il semenzaio
* spostare rizomi di iris, rabarbaro e rafano
* raccogliere e bruciare le foglie che hanno fatto da "copertina" alle perenni
* andare a caccia di piantine e sementi  bio




.....…e la caccia alle sementi certificate biologiche non è sempre facile. 
Si possono acquistare on-line da Arcoiris www.arcoiris.it con certificazione Demeter o da Bio’s  www.sementibiologiche.net ,oppure si possono trovare anche in alcuni negozi di prodotti naturali come Naturasì www.naturasi.it o Centrobotanico www.centrobotanico.it e raramente, molto raramente nei gardencenter.

Visto che curare un orto richiede dedizione e fatica e non produce, a livello familiare un reddito economico,  ma SOLO grande soddisfazione e notevoli vantaggi per la nostra salute, vale la pena di orientarsi verso la scelta di coltivare e produrre con attenzione e rispetto per l’ambiente e per noi stessi.

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo! diceva Ippocrate, considerato padre della medicina occidentale.

Secondo Serge Latouche, economista francese sostenitore della decrescita, l’approvigionamento del cibo deve essere il più locale, stagionale e vegetale possibile.
Invece succede che le aragoste della Scozia vengano inviate a un impianto Findus in Tailandia, per poi ritornare in Scozia dove infine vengono vendute.
Risultato: inquinamento e costi lievitati a causa del trasporto che la merce subisce!!

        “L’arte è inutile, dunque essenziale.” (Oscar Wilde)



                                       (antico quilt Victoria & Albert Museum Londra)




Dobbiamo imparare a vedere e non solo a guardare e  a proposito di arte e orti ecco il programma dei corsi di orto a tutto tondo che si terranno quest’estate presso la mia piccola azienda agricola in montagna:
                                           
                                                      CORSI NELL'ORTO


 


















                          Solo vegetali nel piatto dal  18 al 21 luglio 2013

Daniela Cicioni, esperta chef, vi accompagnerà nella sua continua ricerca di piatti vegetariani, vegani e crudisti, sempre raffinati e gustosi nel rispetto delle stagioni
con inaspettati abbinamenti.
Quattro giorni di studio dei vari prodotti e delle loro infinite possibilità per creare
dei menu
Costo complessivo che include 4 notti con prima colazione, 4 giorni di corso di cucina, pranzo con quello che si è preparato e cena in trattoria (bevande escluse):
Euro 650,00.
Si prevede l’arrivo mercoledì sera e il corso si conclude nel primo pomeriggio di domenica.

                     Disegno e acquerello botanico nell’orto dal  25 al 28 luglio 2013

Con Franco Testa, famoso acquerellista e disegnatore naturalista, che tra l’altro da sempre è il romantico illustratore di Erbolario, si andrà a caccia di soggetti proprio negli orti di Maia Beltrame in Alta Valsesia tra fiori, rabarbaro, aromatiche, piccoli frutti e prodotti della terra.
Quattro giorni di raccolta, studio, disegno e buona cucina in completa sintonia con la natura.
Costo complessivo che include 4 notti con prima colazione, 4 giorni di corso di disegno, pranzo bio e cena in trattoria (bevande escluse): 
Euro 650,00.
Si prevede l’arrivo mercoledì sera e il corso si conclude nel primo pomeriggio di domenica.

                                          Dalla terra alla tavola dal 1 al 4 agosto 2013

In questi quattro giorni molto attivi con Maia Beltrame si cammina, si raccoglie direttamente nei campi, si lavora nell’orto, si studiano i prodotti e le loro proprietà e si impara a coltivare e a cucinare in modo semplice e salutare.
Costo complessivo che include  4 notti con prima colazione, 4 giorni di corso di orto/cucina, pranzo bio e cena in trattoria (bevande escluse):
Euro 550,00.
Si prevede l’arrivo mercoledì sera e il corso si conclude nel primo pomeriggio di domenica.

Programma di base per tutti i corsi
I partecipanti, minimo 5 massimo 7, vengono alloggiati nell’accogliente  bed&breakfast Locanda Margherita in camera doppia (Euro 5,00 in più al giorno per camera singola) nel delizioso paesino di Rassa a dieci minuti a piedi dal luogo dove viene tenuto il corso.
Durante il giorno dalle ore 9,00 alle ore 17,00 sono ospitati da Maia Beltrame nella sua piccola azienda agricola con certificazione biologica ICEA.
Alla sera alle ore 20,00 si cena nell’Hostaria Bricai in paese.
Per informazioni e prenotazioni:
Maia Beltrame  cell. 349 2859402 oppure maia.beltrame@gmail.com






Le mie capre sono un po’ deluse di essere sempre rinchiuse nei recinti, ma io ho troppo da fare e ci sono troppi veleni in agguato: veratro e crocus.
Anche a me manca il giro nel bosco con loro, che sono riuscita a fare più o meno regolarmente fino a un mesetto fa malgrado la neve, perché gli animali e soprattutto le mie capre aprono davvero le porte verso un mondo diverso.



martedì 9 aprile 2013



Riprendiamoci il tempo di cucinare……..


Coltivare e cucinare per noi stessi e per gli altri deve ritornare ad essere una delle attività fondamentali della nostra giornata perché è fonte di vita e salute. Sempre più la gente acquista prodotti già pronti, gonfi di sofisticazioni che oramai sono state identificate come fonte certa di numerose malattie della nostra società. Riprendiamoci il tempo, il tempo di cucinare.
Sul numero di dicembre 2012 di Slow Food Magazine leggo una interessante intervista all’antropologo Alberto Salza che cita dei dati allarmanti del nostro pianeta: 830 milioni di persone sono denutrite e 1,3 miliardi sono sovrappeso!
“Quando incontri un amico lo inviti a bere o a mangiare qualche cosa insieme, se vuoi conquistare una donna di solito la inviti a cena;  la strategia mangereccia è diffusa in tutte le culture del mondo. La verità è che ovunque tu vada il cibo è un dono….” sostiene Salza.




Risotto al finocchio ( ricetta tratta da "Superpiccante" edito da De Agostini))
Ingredienti:
250 gr riso 
100 gr di ricotta freschissima 
1 o 2 finocchi
1 l di brodo vegetale
olio extravergine di oliva q b
pepe q b
1 cucchiaio di di semi di finocchio
1 scalogno
Peperoncino qb
½  limone
burro q b
alloro q b
vino bianco q b
aneto q b

Lavate e tagliate a pezzeti i finocchi, metteteli in una casseruola con un goccio di olio, un cucchiaio di semi di finocchio e un paio di cucchiai di acqua, coprite e lasciateli sul fuoco lento fino a quando i finocchi non saranno ben cotti. A questo punto potete passarli nel mixer così da ottenere una purea.
Tritate uno scalogno molto finemente, mettetelo in una casseruola con un filo d’olio e una foglia di alloro, soffriggete e successivamente aggiungete il riso, tostatelo e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco.
Man mano aggiungete il brodo caldo nel riso e girate delicatamente con un mestolo di legno. Quando il riso sarà cotto al dente, potete aggiungere una noce di burro, la ricotta, il succo di mezzo limone, il pepe, un pizzico di sale, un filo d’olio, una spolverata di peperoncino e mantecate ancora per un paio di minuti. Decorate con aneto.




Non ho letto il libro di Karen Blixen, che probabilmente come spesso accade è meglio del film, ma consiglio di recuperare “Il pranzo di Babette” del 1987 del regista Gabriel Axel, per godere del lato estetico del cucinare. Sembra proprio di assaporare insieme agli altri commensali le delizie preparate da Babette.

Siamo quasi a metà aprile ma non inizia ancora la vera stagione, quella dove nei campi di montagna si fa veramente fatica! Rastrellare foglie e paglia messe in autunno sul piede di rose e di aromatiche perenni è tutto quello che posso fare visto che c’è ancora neve in giro a macchie di leopardo.
Chissà come andrà questa estate dal punto di vista aiutanti…ogni tanto ospito dei ragazzi dell’associazione Wwoof  (World Wide Opportunities on Organic Farms) www.wwoof.it , un eterogeneo pianeta di giovani e non più giovani provenienti da tutto il mondo che aiuta nel lavoro agricolo in cambio di vitto e alloggio. E’ in teoria una bellissima esperienza di scambio di cultura e coltura ma in pratica spesso si rivela poco costruttiva perché chi si propone come aiutante non ha la ben che minima idea di cosa significa il lavoro della terra.
L’uomo di capagna infatti, diventato recentemente uomo di città, ha una visione della natura non più utilitaristica di puro sfruttamento, ma del tutto romantica.
Sicuramente difficile è la posizione di chi si ritiene come me un “giardiniere” per passione, un piccolo custode di qualche fazzoletto di terra che non genera reddito monetario e che quindi di solito non viene considerato perchè l’autoproduzione, secondo l’opinione comune, non è lavoro.
Questo concetto assurdo mi riporta alla filosofia di Gandhi e al suo “Villaggio e autonomia” edito dalla Libreria Editrice Fiorentina nel quale sostiene l’autosufficienza e vede con lungimiranza i danni prodotti da una eccessiva meccanizzazione e dall’assenza di fatica fisica.




Henry D. Thoreau, filosofo americano (1817 – 1862), scrive alla metà del XIX secolo:
”…i molto ricchi non si accontentano di vivere in un ambiente caldo, vogliono che esso sia esageratamente riscaldato, si cuociono naturalmente à la mode. Molti lussi e molte delle cosidette comodità della vita sono non solo inutili  ma addirittura costituiscono effettivi intralci alla elevazione dell’uomo. I più saggi hanno sempre condotto vita più semplice….”
Pensavo che questa sorta di anomalia fosse più recente, legata al dopoguerra con l’avvento del mito industriale e dello stile americano, invece Thoreau la denunciava già nel suo “Walden ovvero vita nei boschi” edito dalla BUR.




Gli uomini  moderni sono molto preoccupati di non poter dominare l’incontrollabile, la forza della natura e quando fa un po’ più freddo, quando piove troppo o quando si rimane isolati per una nevicata abbondante, entrano in crisi.